mercoledì 10 luglio 2013

A lezione di verde pubblico: Villa Massimo


Cercherò di fare un breve riassunto per capire meglio cosa è successo e cosa sta succedendo in questa piccola area pubblica in uno dei quartieri più borghesi di Roma.

Citando "Abitare a Roma":

-"La Villa Massimo era una delle maggiori ville suburbane situate lungo la via Nomentana di Roma.
La tenuta si estendeva per oltre venticinque ettari ed era compresa tra la Villa Torlonia e l’odierna Piazza Bologna.

La progressiva urbanizzazione della zona, avvenuta nella prima metà del novecento, ha comportato la scomparsa di gran parte della proprietà. Le uniche aree che mostrano l’aspetto originario dei luoghi sono il parco dell’ Accademia Tedesca il casino nobile e la pineta pubblica del viale di Villa Massimo.
Nella pineta c’erano: una giostra, un chiosco e tanti pini.
Dal 2001 nella pineta è in vigore una concessione-convenzione che riguarda le giostre il risultato è stato: da giostrina a luna park e da chiosco a mega ristorante, inoltre la pineta ha perso 43 pini.

Come è stato possibile che in un parco comunale vincolato, riconosciuto come area in cui istallare delle giostre sia potuto avvenire tutto questo?
Le anomalie per ottenere questo risultato sono state molte. Eccone una: non essendo possibile costruire nel parco nulla, oltre un casotto per guardiania di 20 mq di supporto alle giostre ed un bagno pubblico, hanno fatto apparire che esisteva già un manufatto di 250 mq."


E sembra tutto sia nato da un imbroglio, con il bene stare delle amministrazioni, qui di seguito per continuare la lettura:

 http://www.abitarearoma.net/breve-storia-della-pineta-di-villa-massimo/
 
http://www.abitarearoma.net/punti-verdi-qualita-linchiesta-si-allarga-con-il-dossier-sulla-pinetina-di-villa-massimo/

Ma nel 2010 si decide di far sul serio, citando RomaToday:


"LA "SVOLTA" - Due anni fa la gestione del parco è passata totalmente nelle mani di Luigi Miglietta, tramite la società DAFI. L'imprenditore, che si era già aggiudicato il punto ristoro al primo bando, decide di rifare totalmente il parco e presenta il progetto al III Municipio e al Comune di Roma. Dopo due anni di polemiche e di tira e molla, le proposte sono state accettate il 7 gennaio, e oggi sono partiti i lavori con le conseguenti polemiche.
LA RISPOSTA - La replica del gestore del parco non si è fatta attendere. "Sto riqualificando l'intera aria a mie spese - ha detto Luigi Miglietta - e posso sfruttarla economicamente, come prevede il bando che ho vinto nel 2000. Se non ci fossi io, questa sarebbe terra di nessuno". A tal proposito si è espresso anche il direttore dei lavori, Luca Bertagni: "Abbiamo fatto le cose nella maniera più limpida possibile, presentando il progetto a 3 conferenze di servizio e ottenendo, l'ultima volta, dieci giudizi positivi". In conclusione, il progettista ci tiene a tranquillizzare i cittadini: "Il parco sarà restituito al pubblico com'era finora, semplicemente migliorato e rinnovato". 

 http://nomentano.romatoday.it/nomentano/villa-massimo-protesta-lavori.html

Da qui in poi scoppieranno in rivolta i cittadini che vedranno per l'ennesima volta depauperare il territorio di quel che rimane di Villa Massimo allo scopo di portare soldi nelle casse di imprenditori privati. Tra manifestazioni, comitati e l'ultimo ricorso al Tar, i cittadini (tra cui esponenti politici da destra a sinistra) hanno tentato in tutti i modi di fermare i lavori - http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/13_febbraio_12/pineta-villa-massimo-protesta-legambiente-2113968647202.shtml - ma oltre ad uno stop momentaneo non si è riusciti ad andare.
Il 29 Aprile il Tar respinge il ricorso presentato e così i lavori per l'edificio di 400 mq che verrà utilizzato come struttura per l'infanzia e il ristorante di 500 mq continuano indisturbati.
Il municipio ci tiene a far sapere che il tutto è stato fatto nella piena trasparenza e legittimità:

"Se la giustizia italiana funzionasse come nei paesi anglo sassoni e il giudice accertasse che cause e ricorsi fossero pretestuosi (come nel caso della pinetina), potrebbe condannare i ricorrenti a pagare i danni (ritardi sui lavori, furti nel cantiere, materiale ammalorato e non più utilizzabile, ecc), quantificandoli e costringendo i ricorenti al pagamento immediato. Ci penserebbero due volte.
Il Pd del municipio (ex III) non aveva nascosto alcunché, la procedura è stata trasparente, i passaggi di legge sono stati tutti attentamente verificati e approvati. Qualcuno ha invece voluto cavalcare una protesta inventata ad arte…. Qualcuno chiederà scusa al Presidente Marcucci, alla Giunta uscente del Municipio, al Partito Democratico che ha difeso la legalità e ai tanti altri consiglieri del municipio che hanno rispettato la normativa?"


In soldoni dovremmo chiedere scusa per aver cercato di difendere il suolo pubblico (verde) dal cemento che avanza e, dovremmo pensarci addirittura due volte prima di protestare contro le amministrazioni per qualcosa che ci appartiene. Tutti sappiamo che la gente ad oggi, con la crisi che corre e tutti i problemi che comporta, non fa altro che inventare "ad arte" delle proteste, così tanto per passare i pomeriggi. Anche se il tutto fosse perfettamente legale, e leggendo i vari articoli in rete qualche dubbio in merito sorge, mi permetto di dire che ad oggi se c'è qualcuno che eventualmente merita sentite scuse quello è l'ambiente, non di certo queste virtuosissime amministrazioni che in tema di ambiente e verde pubblico perpetuano da decenni uno scempio dopo l'altro.

Entrando più nel tecnico, ho appreso che nel tempo sono stati tagliati 43 pini per far posto alla nuova struttura. A detta del municipio molti di essi erano malati e quindi è stata un'operazione obbligata. Se ciò è vero o meno credo non ci sarà mai dato saperlo. Ovviamente come è stato già detto il proprietario del chiosco/ristorante, si è accollato le spese di messa a dimora di nuove alberature, siepi e arbusti vari.
Ho fatto qualche foto sul campo, qui di seguito il progetto:


 Costa sta succedendo nella realtà:


Messa a dimora di pinus pinea ad una distanza troppo ridotta rispetto alle alberature già esistenti. Qui di seguito la chioma dei pini attuali già sovrastante quella dei nuovi arrivati:


Se lasciate così sono piante che quasi sicuramente non andranno molto lontano. Oltre ad andare ad incontrare l'apparato radicale degli attuali pini (mal tenuti, viste le condizioni di scarsa stabilità di cui soffrono), riceveranno poca luce dagli stessi ed una volta adulte andranno a scontrarsi direttamente con le chiome. Errori a dir poco madornali, con il benestare delle ditte che hanno eseguito i lavori, ennesima conferma che chi realizza i progetti molte volte non ha la ben che minima cognizione agronomica.

Come appare il parco oggi:


Se questa è la promessa, o premessa dell'imprenditore Luigi Miglietta, possiamo sicuramente dormire sonni tranquilli.


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